Scegliere la legna |
Il legno da bruciare nella stufa dovrà prima di tutto essere ben stagionato. Oltre a questo, la possibilità di scelta sarà condizionata dalla reperibilità della legna, e dal prezzo.
Non tutte le specie di legno sono reperibili ovunque. Il tipo di legno che sarà possibile bruciare dipenderà in larga misura dalle specie che crescono in zona: gli alti costi di trasporto impediscono alla legna di essere consegnata a grandi distanze.

Legno dolce o legno duro
Tutto il legno si può suddividere in due categorie, "duro" o "dolce", a seconda della provenienza. Il legno duro proviene dalle latifoglie, usualmente alberi decidui, ad esempio rovere, faggio, noce. Il legno dolce, o resinoso, proviene dalle conifere, o sempreverdi, come pino, abete, larice.
Relativamente al peso, tutti i legni hanno più o meno lo stesso potere calorifico, ma poiché il legno duro è più denso, produce maggior calore in rapporto al volume.
I legni duri sono generalmente più densi e meno resinosi dei legni dolci; perciò bruciano più lentamente, producendo un calore più durevole. I legni dolci bruciano più rapidamente producendo un calore più forte, rendendoli ottimi per avviare il fuoco; usarli però, come combustibile principale significa dover ricaricare la stufa più spesso. I legni dolci producono anche maggiore creosoto, il che significa dover pulire più spesso il camino. Per ottenere un fuoco caldo e durevole la miglior cosa è mescolare un 20 per cento di legno dolce con un 80 per cento di legno duro.
Capacità di combustione a parte, i tipi di legno, all’interno delle due categorie, hanno delle specifiche caratteristiche che meritano di essere considerate. Per esempio, legni a fibra lunga e liscia, come il faggio ed il rovere rosso, sono più facili da spaccare di legni con fibre corte e contorte. Alcuni legni, compresi alcuni legni dolci, producono grandi quantità di fumo; altri contengono sacche di umidità che provocano scoppiettii durante la combustione, producendo faville e spargendo scintille. Molti alberi da frutto, come il melo, emanano una gradevole fragranza mentre bruciano. La tabella seguente mostra alcune di queste caratteristiche per i tipi più comuni di legno.
Caratteristiche delle più comuni qualità di legna
Tipo di legno | Quantità di calore | Facilità di combustione | Densità dei fumi | Facilità di taglio |
Legni duri | ||||
Acero | Alta | Buona | Bassa | Buona |
Betulla | Alta | Buona | Bassa | Buona |
Ciliegio | Media | Buona | Bassa | Buona |
Faggio | Alta | Buona | Bassa | Buona |
Frassino | Alta | Buona | Bassa | Buona |
Noce | Media | Buona | Bassa | Buona |
Olmo | Media | Media | Media | Cattiva |
Pioppo | Bassa | Buona | Media | Cattiva |
Rovere | Alta | Buona | Bassa | Buona |
Legni dolci | ||||
Abete | Bassa | Media | Media | Media |
Larice | Media | Buona | Media | Buona |
Pino | Bassa | Media | Media | Media |
Chi nella vostra zona ha già esperienza di combustione a legna potrà informarvi sulle qualità di combustione dei legni disponibili. Saranno probabilmente d’accordo che le scelte migliori sono: frassino, faggio, betulla, rovere, carpino,acero, tutti legni con alto potere calorifico, facilità di combustione, poco fumo prodotto, facilità di taglio.
Stagionatura della legna
Uno dei più frequenti errori che si commettono nel bruciare legna, è di bruciare legna verde, non stagionata. Più della metà del peso della legna appena tagliata è costituito dall’acqua. Ci vogliono al minimo 9 mesi per stagionare il legno, ed è meglio consentirgli di stagionare per almeno 2 anni , se possibile. Il legno stagionato perde oltre il 60 per cento della sua umidità e perciò fornirà molto più calore e sarà molto più facile accenderlo. Sarà anche molto più leggero da maneggiare.
La legna verde può contenere sino al 75% di umidità rispetto alla sua massa. Il legno è considerato secco quando contiene il 15/20% di umidità (circa 18-24 mesi di stagionatura ). La percentuale di umidità incide notevolmente sul potere calorico del legno, poiché una parte del calore sprigionato serve a far evaporare l’acqua in esso contenuta e viene disperso in canna fumaria insieme al vapore prodotto. Per esempio, vediamo il potere calorico del faggio in rapporto all’umidità:
Potere calorifico della legna
Umidità | Kcal/h |
Anidro | 4456 |
15% | 3700 |
30% | 2940 |
50% | 1930 |
Il faggio secco (15% di umidità ), rispetto allo stesso legno con il 30% di umidità, sprigiona il 25% in più di calore, ed il suo potere calorico si riduce alla metà quando l’umidità è del 50%.
Si tenga presente che legna vecchia non significa di per sé legna secca: l'essiccazione della legna è funzione del tempo, ma anche della giusta collocazione e conservazione durante la stagionatura. Legna conservata molto a lungo senza protezione, od in ambienti umidi e mal ventilati, sarà più probabilmente marcia che secca.
La tabella seguente mostra i tempi medi di essiccazione da rispettare per ottenere buona legna da ardere.
Tempi di essiccazione della legna da ardere
Umidità media del legno in percentuale | ||||
Legna lasciata all'aria aperta | Legna messa al riparo 3 mesi dopo il taglio | |||
Tempo di essiccazione | Ciocchi | Tronchi | Ciocchi | Tronchi |
0 (legna verde) | 75 | 78 | 75 | 78 |
3 mesi | 48 | 62 | 44 | 61 |
6 mesi | 37 | 46 | 29 | 35 |
9 mesi | 33 | 38 | 26 | 28 |
12 mesi | 26 | 35 | 25 | 27 |
18 mesi | 18 | 27 | 17 | 17 |
24 mesi | 16 | 24 | 16 | 14 |
30 mesi | 15 | 24 | 15 | 14 |
Insomma, potendo, non si deve avere fretta nell'utilizzare la legna che ci si è procurati: più secca sarà la legna, migliore, più economica e meno laboriosa sarà la qualità del riscaldamento che se ne ricaverà. Utilizzando legna secca di un anno, si potrà dimezzare la quantità di legna necessaria al riscaldamento.