Illuminotecnica
L'illuminotecnica è un settore vasto e complesso dell'architettura sia di interni che di esterni, cui qui possiamo soltanto accennare. Qualche nozione generale potrà però essere utile alla scelta consapevole dei corpi illuminanti e delle lampade necessarie all'arredamento dei giardini e degli interni.
Nozioni generali
Qualche accenno alle cosiddette 'grandezze fotometriche' sarà un po' noioso, ma sarà utile a capire i principi base della illuminotecnica ed aiuterà molto nella scelta del giusto corpo illuminante.
Flusso luminoso
Il flusso luminoso esprime la quantità totale di
energia luminosa emessa da una sorgente per unità di tempo, a
prescindere dalla qualità della luce e dalla sua distribuzione nello
spazio.
Facendo un paragone fra la luce e l'acqua, una sorgente luminosa può
essere paragonata ad un rubinetto aperto, e il flusso luminoso esprime
la quantità di litri che fuoriescono dal rubinetto per unità di tempo.
Il flusso luminoso si misura in Lumen
Il flusso luminoso è un valore utile sopratutto per
descrivere e confrontare le lampade. Le lampade normalmente utilizzate
in illuminotecnica hanno flussi che variano da poche centinaia di lumen
(ad es. per le lampade ad incandescenza di bassa potenza) ad alcune
centinaia di migliaia di lumen (ad es. per le lampade a scarica di
grossa potenza usate in esterni).
Qualche esempio di ordine di grandezza:
Lampada ad incandescenza da 40 W: 430 lumen
Lampada ad incandescenza da 100 W: 1380 lumen
Lampada ad incandescenza ad alogeni da 100 W: 1600 lumen
Lampada fluorescente da 18 W: 1300 lumen
Lampada fluorescente da 36 W: 3350 lumen
Lampada ai vapori di mercurio da 400 W: 23000 lumen
Lampada al sodio alta pressione 400W: 47000 lumen.
Questi esempi consentono già di fare qualche paragone circa
la rispettiva efficienza di vari tipi di lampade.
Intensità luminosa
Una sorgente luminosa irradia il suo flusso luminoso in diverse
direzioni generalmente con diverse intensità a seconda della direzione.
L’intensità della luce irradiata in una determinata direzione
viene definita intensità luminosa, e viene misurata in Candele.
Una Candela è pari al flusso di un Lumen uscente dalla sorgente luminosa
all'interno di un angolo solido di 1°
Per riprendere l'esempio idraulico, l'equivalente della
intensità luminosa è dato dalla intensità di un getto d'acqua in una
data direzione. Ad esempio, un innaffiatore automatico fisso spruzza
acqua in tutte le direzioni, ma può anche essere regolato per spruzzare
acqua in maggiore quantità in una determinata direzione, e meno in un
altra. La stessa cosa può essere fatta con un apparecchio illuminante,
per soddisfare particolari esigenze. In realtà, ogni apparecchio
illuminate ha un particolare diagramma di distribuzione delle intensità
luminose nelle varie direzioni che viene chiamato curva fotometrica.
Per fare un esempio:
Lampada ad incandescenza da 100 W nuda: 110 candele in tutte
le direzioni
Lampada ad incandescenza da 100 W con riflettore: 1500
candele al centro del fascio luminoso.
Illuminamento
L’illuminamento è dato dal rapporto tra il flusso luminoso irradiato
e una data superficie illuminata. In sostanza, esprime la quantità di
luce che arriva su una determinata superficie. L'unità di misura è il
Lux, che è pari all’illuminamento prodotto da un flusso luminoso di
1 lumen che cade in modo uniforme su una superficie di 1 mq.
Proseguendo con l'esempio idraulico, l'illuminamento di una
determinata superficie è paragonabile alla quantità d'acqua raccolta da
una particolare sezione del terreno sottoposta all'innaffiamento del
nostro innaffiatore automatico. Diverse sezioni di terreno riceveranno
diverse quantità d'aqua per unità di tempo.
L'illuminamento è utile per descrivere le condizioni di
illuminazione di un ambiente. Poiché la luce è la forma di energia che
consente la visione, l'illuminamento esprime quanto agevolmente l'occhio
può vedere. Maggiore l'illuminamento, migliore la visione. Ad esempio,
mentre in un magazzino sono sufficienti poche decine di lux, per
eseguire lavori di precisione possono essere necessarie anche alcune
migliaia di lux. Per tornare all'esempio precedente, la stessa lampadina
da 100 W può essere lasciata nuda per fornire una illuminazione generale
di un ambiente, oppure rivestita con un riflettore che concentri il
fascio di luce su una specifica area di lavoro.
Nella tabella che segue sono riassunti i livelli di
illuminamento consigliati per alcune attività, estratti dalle norme e
raccomandazioni vigenti. Normalmente, non si riporta un unico valore, ma
una gamma di valori entro cui ci si può muovere, in funzione delle
condizioni specifiche.
min |
med |
max |
Tipo di attività |
20 |
30 |
50 |
Aree esterne adiacenti agli ingressi |
50 |
75 |
100 |
Aree di transito o per soste di breve periodo |
100 |
150 |
200 |
Lavori saltuari; aree di deposito; atri, corridoi, scale, guardaroba |
150 |
200 |
300 |
Lavori occasionali in industrie automatizzate |
200 |
300 |
500 |
Lavori con esigenze visive semplici; lavorazioni grossolane a macchina; auditori |
300 |
500 |
750 |
Lavori con esigenze visive medie; macchine utensili; sale di controllo; uffici |
500 |
750 |
1000 |
Lavori con elevate esigenze visive: cucitura, ispezione e prova materiali; sale da disegno |
750 |
1000 |
1500 |
Compiti visivi con dettagli critici: lavori di meccanica fine; esame dei colori |
1000 |
1500 |
2000 |
Compiti visivi con speciali requisiti: incisione a mano; verifica di lavori di alta precisione |
> 2000 |
Compiti visivi di eccezionale difficoltà: assemblaggio di componenti elettronici miniaturizzati; interventi chirurgici. |
La Luminanza
La luminanza è il rapporto tra la intensità luminosa emessa in una
certa direzione e la dimensione della superficie emittente. E' un valore
importante quando si considerino effetti di abbagliamento o comunque di
fastidio prodotti da una sorgente luminosa. Per capirci con un esempio:
una lampadina nuda può produrre un fastidioso effetto di abbagliamento
anche se di piccole dimensioni. Ponendo un globo opalino intorno alla
lampada, si ha come risultato di aumentare la superficie di emissione
della sorgente luminosa ( l'intero globo viene adesso percepito come
tale) senza aumentarne l'intensità. Di conseguenza la luminanza
diminuisce, e con essa l'effetto di abbagliamento.
La luminanza è utilizzata anche per misurare la quantità di luce
riemessa, cioè riflessa, da una particolare superficie illuminata. La
luminanza di una superficie illuminata dipende dalla natura della
superficie stessa ( materiale e/o colore), dal suo modo di riflessione (
diffuso, misto, speculare) e dalla posizione dell'osservatore.
Per tornare all'esempio idraulico, la luminanza riflessa corrisponde
alla quantità d'acqua che rimbalza da una superficie innaffiata in una
certa direzione. Questa dipende sia dalla direzione e dalla inclinazione
del getto d'acqua originale, sia dalla natura della superficie
ricevente, che determina la percentuale di acqua assorbita, e quindi non
respinta ( ad esempio, un tratto di terreno erboso respingerà pià acqua
rispetto ad un tratto di nuda terra, ma meno rispetto ad un tratto di
asfalto. Similmente, uno specchio rifletterà più luce di una superficie
opaca).
La luminanza si misura in candele per metro quadrato.
Qualche esempio:
Carta bianca illuminata da 400 lux: luminanza 110 candele/mq
Carta nera illuminata da 400 lux: luminanza 15 candele/mq
Il calcolo della luminanza delle varie superfici di arredo è
importante per valutare l'illuminazione complessiva di un ambiente. E'
notorio che pareti intonacate di bianco offrono maggiore luminosità, a
parità di sorgente luminosa, rispetto, ad esempio, a pareti coperte da
tappezzeria. Questo perchè la luce riflessa è maggiore di quella
assorbita nell'intonaco bianco rispetto alla tappezzeria. Anche uno
specchio su una parete aumenta l'impressione di luminosità di un
ambiente, esattamente per lo stesso motivo.
Ecco di seguito l'indice di riflessione di alcuni colori e di alcuni materiali edili:
Indice di riflessione di alcuni colori e materiali edili | |||
Colore | Fattore riflessione in % | Materiali | Fattore riflessione in % |
Bianco | 70-85 | Vernice bianca | 87-88 |
Grigio chiaro | 45-65 | Alluminio anodizzato | 75-87 |
Grigio | 25-40 | Cartongesso bianco | 60-80 |
Grigio scuro | 10-20 | Marmo bianco | 60-70 |
Nero | 5 | Malta chiara | 35-50 |
Giallo | 65-75 | Calcestruzzo chiaro | 30-40 |
Bruno giallastro | 30-50 | Calcestruzzo scuro | 15-25 |
Marrone scuro | 10-25 | Arenaria chiara | 30-40 |
Verde chiaro | 30-55 | Arenaria scura | 15-25 |
Verde scuro | 10-25 | Granito | 15-25 |
Rosa | 45-60 | Mattoni chiari | 20-30 |
Rosso chiaro | 25-35 | Mattoni scuri | 10-15 |
Rosso scuro | 10-20 | Legno chiaro | 30-50 |
Celeste | 30-55 | Legno scuro | 10-25 |
Blu | 10-25 | Acciaio inox | 55-65 |
Temperatura di colore
Un corpo nero è un corpo che è in grado di assorbire tutta la
radiazione che riceve senza rifletterne alcuna parte. Si può dimostrare
che l'emissione di radiazione da parte di un corpo nero dipende dalla
temperatura del corpo stesso. Al crescere della temperatura del corpo
nero l'emissione luminosa si sposta via via verso le lunghezze d'onda
più corte.
Per chiarire meglio il concetto, pensiamo ad una barra di
ferro riscaldata lentamente; man mano che la temperatura aumenta, dal
nero iniziale la barra appare rosso scuro, poi sempre più tendente
all'arancione, quindi gialla ed infine, a temperature elevatissime,
bianca. Ognuna di queste differenti apparenze cromatiche corrisponde a
differenti temperature della barra. Tanto maggiore la temperatura, tanto
più chiaro il colore. Allo stesso modo, per determinare la temperatura
cromatica di una lampada facciamo riferimento a quella di un corpo nero
la cui apparenza cromatica risulta essere la più prossima a quella
emessa dalla sorgente in fase di studio.
La temperatura di colore è espressa in gradi Kelvin, il cui
simbolo è °K.
Ecco alcuni esempi pratici di temperatura di colore collegata
a fonti luminose note:
Sole all'alba 1800°K
Fiamma di una candela, 1900°K
Sole al tramonto, 2000-2800°K
Lampada ad incandescenza tradizionale 2800°K
Lampade alogene 3000-3200°K
Cielo sereno, lampade fluorescenti 4500-5500°K
Cielo coperto/fluorescenti a luce diurna 6000-8000°K
La temperatura di colore di una sorgente luminosa ha una
stretta relazione con la resa dei colori, di cui parliamo nel paragrafo
appresso.
Indice di resa cromatica
L'indice di resa cromatica è il modo in cui una sorgente luminosa
rende il colore degli oggetti da essa illuminati. Il colore non è una
caratteristica intrinseca degli oggetti, ma il risultato della
interazione tra luce, oggetto che la riflette e apparato percettivo di
chi osserva. La qualità della luce incide dunque notevolmente sulla resa
dei colori.
Per valutare l'indice di resa cromatica di una sorgente
luminosa la si pone a confronto con una sorgente luminosa di riferimento
( la luce del cielo del nord a 7500°K) e se ne valuta lo scostamento.
Dato un valore massimo di 100, un Indice di Resa Cromatica
(IRC) di 80 soddisfa in genere pienamente la normale esigenza di
discriminazione cromatica.
Laddove la discriminazione del colore assuma importanza
particolare ( laboratori tessili, musei, studi grafici) lampade con
valori di IRC superiori possono invece essere indispensabili.
Gruppi di resa del colore | |
1A | RA>90 |
1B | 80<Ra>90 |
2 | 60<Ra>80 |
3 | 40<Ra>60 |
4 | 20<Ra>40 |
La norma fornisce anche qualche indicazione su quale IRC
utilizzare a seconda deglii ambienti da illuminare:
1A: abitazioni, musei, studi grafici, ospedali, studi medici,
ecc.
1B: uffici, scuole, negozi, palestre, teatri, industrie tessili e
dei colori, ecc
2: locali di passaggio, corridoi, scale ascensori, palestre, aree
servizio, ecc
3: interni industriali, officine, magazzini depositi, ecc.
4: parcheggi, banchine, cantieri, scavi, aree di carico e
scarico, ecc.
Efficienza luminosa.
Viene espressa in Lumen per Watt (lm/w). In sostanza
l'efficienza luminosa indica quanta parte dell'energia consumata dalla
sorgente luminosa si trasforma effettivamente in luce utilizzabile per
la visione.
La massima efficienza raggiungibile in linea teorica, con
tutta l'energia fornita trasformata in luce, è di 683 lumen per watt. In
pratica, l'efficienza luminosa realmente raggiungibile è di molto
inferiore, aggirandosi in media tra i 10 ed i 150 lumen per watt.
Dal 1° gennaio 2001 è entrata definitivamente in vigore la
direttiva Europea 98/11/EC, che impone l'obbligo della indicazione della
efficienza ebergetica su tutte le confezioni di lampade in commercio, e
più in generale, per tutti gli apparecchi elettrici.
La direttiva prevede che tutte le lampade ad uso domestico
alimentate dalla tensione di rete rechino sulla confezione un'etichetta
indicante la classe di efficienza energetica della lampada (lumen/W).
Lo schema di classificazione divide le lampade in 7 classi
diverse, da A a G, dove A corrisponde al più alto
grado di efficienza.
A. lampade fluorescenti trifosforo, sia lineari che compatte;
fluorescenti compatte integrali con reattore elettronico.
B. fluorescenti lineari agli alofosfati con reattore elettronico;
fluorescenti compatte integrali con reattore magnetico;
C. lampade alogene ad alta efficienza;
D. altri tipi di lampade alogene;
E. lampade standard ad incandescenza;
F. Lampade standard ad incandescenza;
G. lampade decorative ad incandescenza ed altre.
Ecco un esempio di etichetta energetica per una lampada in classe A:
Classificazione delle sorgenti luminose
Le sorgenti luminose ( lampade) possono essre suddivise in due principali categorie: sorgenti a filamento e sorgenti a scarica.
Sorgenti a filamento
Corrispondono alla più antica, ed ancora più diffusa, applicazione della elettricità per produrre illuminazione. La corrente elettrica viene indirizzata attraverso un sottile filamento metallico, in genere di tungsteno, posto all'interno di una ampolla di vetro dove sia stato creato il vuoto o immesso un gas inerte, per evitare che l'ossigeno bruci il filamento. Il passaggio della corrente elettrica induce il surriscaldamento del filamento, che diviene incandescente raggiungendo una temperatura di 2500/2700°C ed emette quindi luce e calore.
Lampade ad incandescenza tradizionali
Sono
le tradizionali 'lampadine' reperibili in una grande varietà di potenze
e formati.
I principali vantaggi sono la possibilità di controllare il flusso
luminoso, la rapidità di accensione, spegnimento e riaccensione, ed una
buona resa cromatica.
Per contro sono poco efficienti ( al massimo il 10% dell'energia viene
convertita in luce, il resto si disperde come calore), ed hanno una
durata molto limitata, al massimo di 1000 ore.
Lampade ad incandescenza alogene
Simili
alle precedenti, ma con l'aggiunta di piccole quantità di alogeni, come
iodio o bromo, nel gas contenuto nella ampolla. Il risultato è un
aumento della durata della lampada (da 2000 a 3000 ore), una luce più
bianca con ottima resa cromatica, la possibilità di funzionare a basso
voltaggio con l'ausilio di un trasformatore.
Per contro, l'efficienza è ancora molto scarsa, la temperatura
superficiale molto alta, mentre l'impiego del quarzo nella realizzazione
dei bulbi provova un notevole aumento di radiazioni ultraviolette.
Lampade ad incandescenza con riflettore incorporato
Lampade
simili alle precedenti (tradizionali o alogene), ma progettate per
proiettare un fascio di luce in una direzione specifica.
La durata di queste lampade è almeno doppia rispetto a quelle normali,
mentre, a seconda del titpo di materiale riflettente e della forma della
lampadina, la quantità di luce proiettata nel fascio ristretto può
aumentare, a parità di watt impiegati, dal 50% al 300% rispetto ad una
lampadina normale.
.
Sorgenti a scarica
Nelle sorgenti a scarica viene sfruttata la proprietà di alcuni gas di produrre luminescenza quando attraversati da una corrente elettrica. In un tubo di vetro o di quarzo viene prodotto il vuoto e quindi immessa una piccola quantità di gas o di vapori metallici; due elettrodi posti alle due estremità del tubo producono un arco elettrico che induce la ionizzazione del gas, innescando un processo che trasforma l'energia immessa in radiazione visibile.
Lampade fluorescenti
In
questo tipo di lampade, l'interno del tubo è rivestito di polveri
fluorescenti ( in genere fosforo). L'arco elettrico induce l'emissione
di radiazioni ultraviolette da parte del gas contenuto nel tubo, le
quali a loro volta inducono la fluorescenza del fosforo, e quindi la
luminosità.
I tempi di accensione e riaccensione sono abbastanza brevi, anche se non
immediati come nelle lampade a filamento. Il flusso luminoso è
regolabile grazie ad ausiliari elettronici ( condensatori, starter,
etc). L'efficienza è buona, la durata lunga ( sino ad 8000 ore), la
luminosità molto forte. La qualità della luce e della resa cromatica
dipendono dalla miscela di fosfori utilizzata, e possono essere
estremamente variabili, da mediocri ad eccellenti.
Per contro, le lampade fluorescenti sono decisamente più costose delle
lampade a filamento, molto più ingombranti, e richiedono apparecchiature
ausiliarie per il funzionamento ( alimentatori, starter, etc).
Lampade ai vapori di mercurio.
I
vapori di mercurio, eccitati dall'arco elettrico, producono un'emissione
luminosa principalmente nella zona del verde, del rosso e del giallo
dello spettro visibile, nonchè in quella degli ultravioletti. Le
prestazioni qualitative dell'emissione non sono molto buone, dato che la
luce prodotta ha una forte dominante verde-blu. La dimensione è
notevole, la potenza non può essere regolata, il processo di accensione
e riaccensione è lento.
.
Lampade agli alogenuri metallici.
Variante
più sofisticata delle lampade a vapori di mercurio. Nella miscela di gas
vengono aggiunti additivi come indio, tallio e sodio, che aumentano lo
spettro di emissione della luce, che diviene più bianca, con una
migliore resa cromatica ed un aumento dell'efficienza. Le dimensioni
sono minori rispetto alle lampade ai vapori di mercurio, richiedono però
apparecchi ausiliari di controllo per mantenere la stabilità della luce.
La potenza di emissione non è regolabile, i tempi di accensione e
riaccensione sono piuttosto lunghi.
Lampade ai vapori di sodio
Il
funzionamento è identico alle lampade a vapori di mercurio, la
differenza è i bulbi sono riempiti di sodio. Ne esistono versione con
gas a bassa e ad alta pressione. Le recenti lampade al sodio bianco ad
alta pressione offrono una buona resa cromatica, al contrario delle
prime lampade al sodio, che fornivano una luce gialla praticamente
monocromatica.
I tempi di accensione e riaccensione sono lenti, e l'intensità non può
essere regolata: In compenso sono le lampade di gran lunga più
efficienti attualmente prodotte.
Ecco infine una tabella di comparazione dei valori più importanti per alcune fra le più comuni sorgenti luminose:
Sorgente luminosa | Efficienza luminosa (ln/w) | Durata (ore) | Temperatura di colore °K | Indice di resa cromatica Ra |
Lampade ad incandescenza | 14 | 1000 | 2750 | 100 |
Lampade alogene - Tungsteno | 20 | 2000 | 2850 | 100 |
Lampade allo Xenon | 15-50 | 1200 | 6000 | >94 |
Lampade fluorescenti compatte | 87 | 12000 | 2700-6000 | 85 |
Lampade fluorescenti | 104 | 12000 | 2700-6000 | 85 |
Lampade ad alogenuri | 100 | 9000 | 3000-6000 | 85 |
Lampade ad alogenuri metallici | 80 | 300 - 1000 | 5500 | >90 |
Lampade al sodio alta pressione | 130 | 9000 | 2000 | 20 |
Lampade al sodio bassa pressione | 197 | 10000 | 1800 | -20 |
Classificazione degli attacchi eletrici
Il codice di identificazione degli attacchi elettrici delle lampade è
composto da lettere e numeri.
La prima lettera, una maiuscola (seguita a volte da una minuscola)
identifica la connessione in termini meccanici ( a vite, a baionetta, a
spina, etc), il numero seguente indica, in funzione della forma, la
dimensione trasversale in millimetri (il diametro esterno, o quello
della spina, o l'interasse fra le spine, etc.); l'ultima lettera infine,
a carattere minuscolo, indica il tipo di contatto elettrico (singolo,
doppio, triplo, etc.).
Classificazione dei corpi illuminanti
Categorie di sicurezza e qualità
Simbolo CE
Gli apparecchi di illuminazione devono essere costruiti nel rispetto delle norme internazionali IEC (International Electrotechnical Commission), da cui derivano le norme europee EN (European Norm), riprese dalle normative italiane CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano). La presenza, sull'etichetta del prodotto, del marchio CE indica che il produttore certifica che l'apparecchio è costruito secondo le norme CEE.
N.B. Nel caso di acquisto di prodotti di importazione extracomunitaria, in particolare di alcuni prodotti provenienti dalla Cina, il marchio CE visibile sulla confezione significa, spesso, semplicemente 'China Export'.
Simbolo IP - Grado di Protezione
Ogni apparecchio luminoso da esterni deve riportare sull'etichetta il livello di protezione contro l'ingresso di corpi estranei e contro la penetrazione dell'acqua. Tale livello di protezione è indicato dalla sigla IP (International Protection) seguita da due numeri. Il primo numero si riferisce al livello di protezione contro l'ingresso di corpi estranei all'interno del corpo illuminante ( ad es.polvere), il secondo è relativo alla protezione contro la penetrazione dell'acqua.
La seguente tabella fornisce qualche chiarimento:
Primo numero Protezione contro l'ingresso di corpi solidi |
Secondo numero |
||||
IP | Simbolo | Descrizione | IP | Simbolo | Descrizione |
0 | - | Non protetto | 0 | - | Non protetto |
1 | - | Protetto contro la penetrazione di corpi solidi di dimensioni maggiori di 50 mm | 1 | - | Protetto contro le cadute verticali di gocce d'acqua |
2 | - | Protetto contro la penetrazione di corpi solidi di dimensioni maggiori di 12 mm | 2 | - | Protetto contro le cadute di gocce d'acqua con inclinazione massima di 15° |
3 | - | Protetto contro la penetrazione di corpi solidi di dimensioni maggiori di 2,5 mm | 3 |
![]() |
Protetto contro le cadute di gocce d'acqua con inclinazione massima di 60° |
4 | - | Protetto contro la penetrazione di corpi solidi di dimensioni maggiori di 1 mm | 4 |
![]() |
Protetto contro gli spruzzi da qualunque angolazione |
5 |
![]() |
Protetto contro la penetrazione della polvere (può entrare, ma non può depositarsi su parti attive) | 5 |
![]() |
Protetto contro i getti d'acqua da qualunque angolazione |
6 |
![]() |
Totalmente protetto, non può entrane nessun granello di polvere | 6 | - | Protetto contro i getti d'acqua potenti |
7 |
![]() |
Stagno all'immersione temporanea | |||
8 |
![]() |
Stagno all'immersione prolungata. Il simbolo m indica i metri in profondità |
Pertanto un corpo illuminante con IP 44 è protetto contro la penetrazione di corpi solidi di dimensioni maggiori di 1 mm ( colonna di sinistra, n.4) e contro gli spruzzi d'acqua (colonna di destra, n.4), mentre un corpo illuminate con IP 65 è completamente protetto contro la penetrazione di polvere (colonna di sinistra, n. 6) e contro i getti d'acqua ( colonna di destra, n. 5).
Simbolo IK
Si tratta di un simbolo facoltativo che indica il grado di resistenza
agli urti dell'involucro esterno, per la verità raramente presente nei
prodotti commerciali di largo consumo.
La classificazione è basata sulla normativa CEI 50102, che va da un
valore minimo IK00 ( non protetto), sino al valore IK10 ( protetto da
urti equivalenti alla forza esercitata da un peso di 2 kg lasciato
cadere dall'altezza di 1 metro)
Simboli di sicurezza
Classi di isolamento elettrico:
Classi di protezione elettrica | |||
Classe | Simbolo | Descrizione | Note |
I |
![]() |
Apparecchi dotati di un terminale di sicurezza cui tutte le parti metalliche che possono condurre corrente devono essere collegate. | La connessione con uno scarico a terra è indispensabile ed obbligatoria. |
II |
![]() |
Apparecchi in cui nessuna delle parti metalliche che possono condurre corrente è esposta al contatto accidentale (Isolamento totale o doppio isolamento) | Il terminale di sicurezza (terzo polo sulla spina) non è obbligatorio, nè è nacessario il collegamento con una presa di terra. |
III |
![]() |
Apparecchi che utlizzano voltaggi di sicurezza inferiori ai 50 V, grazie a trasformatori di sicurezza o batterie. | La messa a terra è esclusa. |
Classi di infiammabilità.
Classe per superficie di montaggio | |
Simbolo | Descrizione |
![]() |
L'apparecchio può essere installato su superfici normalmente infiammabili |
![]() |
L'apparecchio può essere installato su superfici normalmente infiammabili purchè isolate termicamente |
![]() |
L'apparecchio può essere installato su superfici normalmente infiammabili purchè sia rispettata la distanza, indicata a pedice, tra la lampada e le pareti del vano. |
![]() |
L'apparecchio non può essere installato su superfici normalmente infiammabili |
Simboli di certificazione
La presenza di simboli di qualità e/o certificazione attesta che il
prodotto non solo è rispondente alle norme europee, ma è stato anche
sottoposto, prima di essere immesso sul mercato, ad un controllo di
qualità affidato a terze parti indipendenti per verificarne
l'affidabilità e la sicurezza.
Enti certificatori della qualità esistono in tutti i paesi, quindi, a
seconda della provenienza del prodotto, possono essere presenti marchi
diversi. Per l'Italia vale il marchio IMQ (Istituto Italiano del Marchio
di Qualità). Altri noti marchi di qualità sono VDE per la Germania,
NEMKO per la Norvegia, SEMKO per la Svezia, SEV per la Svizzera, OVE per
l'Austria, DEMKO per la Danimarca, FIMKO per la Finlandia, etc.
L'illuminazione per esterni
Utilizzare solo apparecchi di illuminazione specificamente progettati
per esterni. In pratica, questo significa apparecchi con un grado di
protezione di almeno IP 43 o superiore.
I cavi elettrici dovrebbero essere interrati a non meno di 60 cm dalla
superficie e protetti da una specifica guaina.
Per evitare, od almeno ridurre, l'assalto degli insetti attratti dalla
luce, le lampade per esterni dovrebbero avere un filtro per i raggi
ultravioletti, o meglio ancora, avere una temperatura di colore giallo
arancio, come le lampade al sodio.
Tratti di pavimentazione irregolare o scale poste in esterno dovrebbero
essere particolarmente illuminati, per evitare incidenti.